Un bellissimo modo per girare la parte centrale del Vietnam è quello di noleggiare una bella moto, mettersi un casco e volare tra le curve impetuose della strada. MA viste le mie SCARSISSIME abilità motociclistiche, per questa volta ho deciso di non rischiare la vita e affidarmi invece a qualcuno che fa questo di mestiere.
Di compagnie che ti accompagnino tra questi incredibili paesaggi è davvero pieno, io mi sono rivolta a "Vietnam Motor Trail", carini e simpatici, per comprire il percorso da Hue a Hoi An (ma ce sono tantissimi altri). Il tour dura una giornata (dalle 8 e mezza alle 17), vi viene affidato un motociclista che si presenterà alla vostra sistemazione di partenza (a Hue) per poi lasciarvi dove preferite voi (a Hoi An).
Devo dire che il sito non promette benissimo, e questo, insieme alla mia costante sensazione di essere scammata, non aiuta quando alle 8.31 il mio amico motociclista ANCORA non si fa vedere.
Ma poi ecco, le 8.32, sento il rombo potente della sua moto e lo vedo arrivare come un principe azzurro versione biker, super professionale e pronto a macinare kilometri con la tua fantamoto.
La prima tappa del nostro tour è Cầu Hai lagoon, una laguna spettacolare in cui vengono coltivate le ostriche e che riflette perfettamente lo stile di vita lento del Vietnam. Tutto qui trasuda pace e serenità, il posto perfetto per una pensione tranquilla insomma.
Sempre in sella al nostro bolide ci spostiamo al Hải Vân Pass, una delle strade coi belvedere più incredibili di tutto il paese, perfetto da affrontare in moto, per poi crogiolarci nelle acque rinfrescanti di Suoi Voi, con le sue piscine naturali e una roccia a forma di elefante particolarmente realistica.
Devo dire che il mio compagno di avventure ci tiene PARTICOLARMENTE che io abbia delle belle foto da portare a casa, e lo vedo molto confident mentre sciorina tutti i suoi consigli sulle pose che dovrei tenere, la luce giusta, le espressioni da fare.
Non nasconde il suo disappunto nel vedere il mio limitato interesse.
Arriviamo quindi ai piedi della Pagoda Tam Thai, e il mio caro driver mi chiede dove e cosa vorrei mangiare per pranzo, mettendomi a scegliere tra una serie di ristoranti pseudo turistici che proprio non mi ispiravano.
Al mio "portami dove andresti tu", gli si illuminano quei suoi piccoli occhietti allungati e mi porta in una incantevole bettola. L'utilizzo della parola "bettola" in questo caso è letterale e voluto, arriviamo infatti in una sorta di favela di lamiera dove all'interno c'è una vecchina che mescola con veemenza il contenuto di un'enorme pentolone di coccio. Dopo le dovute presentazioni, il mio amico, come se fosse a casa sua, si toglie la maglietta e si siede a tavola, che poi è un pezzo di legno con due bastoni sotto - non sono nemmeno sicura di come il tutto rimanga in equilibrio - e aspetta tutto contento la sua porzione di Phở (la tradizionale zuppa Vietnamita). Credo ci sia un qualche rapporto il parentela tra i due, tipo zia - nipote, ma ad oggi non sono sicurissima.
Non ci sono dubbi che questo sia il Phở migliore mai mangiato in Vietnam, SPETTACOLARE. Ovviamente il tutto con 47mila gradi percepiti dentro quella gabbietta di lamiera, ma è stato comunque molto carino e familiare.
Finito il lauto pranzo è il momento di esplorare la pagoda e con essa anche i tanti piccoli templi e le grotte circostanti, che sarà l'abbiocco, sarà il caldo assurdo, sarà che ne ho viste di più belle, non mi impressionano particolarmente.
Il nostro giro sta per volgere al termine, ultima tappa: Hoi An.
Hoi An è BELLISSIMA, piccola e raccolta, famosa per le sue lanterne, che sono OVUNQUE, e la rendono una cittadina super caratteristica, l'aria di mare e la leggera brezza liberano un po' i suoi abitanti dall'afa e si respira un'atmosfera magica.
Costo di un posto letto in un ostello a Hue/Hoi An: 4€ a notte.
Costo del viaggio in moto: 35€ (i prezzi sono relativi a quello che ho pagato nel 2019)
VOTO GENERALE: 9
🟢PAESAGGIO: 9
🟢ECONOMICO: 8
🟢SICUREZZA E ACCOGLIENZA: 9
🟡*FUTTIBECCITÀ : 6 (attenti a perle e tassisti)
*futtibeccità: il futtibecciu è un meraviglioso termine coniato dal geniale popolo sassarese (Sassari caput mundi è la mia città di origine) e letteralmente indica una persona che fregherebbe anche un vecchietto, un infame insomma. Questo KPI di ultima generazione fornisce un’analisi approfondita dei tentativi da parte dei locali di ingannare un forestiero.