KANDY
Terminata la nostra esplorazione del Centro Nord del paese saltiamo in sella al nostro caro tuktuk e scendiamo dritti dritti in direzione Kandy, l'antica capitale situata a 500 metri sul livello del mare. La città si presenta relativamente grande per i numeri dell'isola ed è intrisa di un'atmosfera un po' mistica, conferitagli anche dal famoso Tempio del Dente, che dovrebbe contenere la reliquia del dente di Buddha.
Ogni giorno, 3 volte al giorno, si tiene qui la Cerimonia della Puja, con cui si esprime la propria riconoscenza verso Buddha attraverso offerte e preghiere.
Partecipiamo alla cerimonia delle 18.30 - fondamentale coprire spalle e ginocchia - lasciamo le scarpe nelle apposite scarpiere custodite, molto comode, ed entriamo nel palazzo. L'atmosfera è solenne, l'ambiente principale ornato di zanne di elefante, fiori e un botto di oro, tamburi e trombe segnano l'inizio della celebrazione, c'è tantissima gente e un buon profumo d'incenso. Entrano i monaci con aria grave e accedono ad un'altra stanza privata dove omaggiano Buddha (questo quello che capiamo, poi chissà). Vediamo quindi un fiume di gente che inizia a dirigersi al piano superiore: li seguiamo, o meglio veniamo trascinati da questa corrente umana che è forte ma non aggressiva, e ci porta in un altro ambiente in cui si prega e si porgono fiori a Buddha in un grande tavolo, oltre ai fiori molti fedeli porgono anche dei cestini con dentro frutta e in generale beni di prima necessità che poi scopriremo essere carità per i monaci, che vivono solo di questo.
Al centro della stanza e in un punto che risulta essere un passaggio obbligato per fiume umano che ci continua a travolgere, vi è una finestrella dorata che si affaccia in un terzo ambiente, tutto dorato, in cui giace la famosa reliquia.
Nonostante possa risultare abbastanza caotica e in certi punti piuttosto claustrofobica è una cerimonia molto affascinante che consiglierei assolutamente a chiunque venga a Kandy.
Oltre al suo meraviglioso tempio, Kandy è una città vibrante e colorata dove mangiamo dell'ottimo cibo indiano. Il centro è attraversato da un lago che sembra un fiume e che si chiama appunto Kandy. Abbiamo il piacere il alloggiare a casa di un medico in pensione super carino e disponibile per 16€.
Costo per entrare: circa 6€.
AMBULUWAWA
Lasciamoci alle spalle la bella Kandy per dirigerci verso Nallthanniya, che sarà il nostro "campo base" quando scaleremo l'Adam's Peak. Sulla strada facciamo una simpatica sosta per vedere l'Ambuluwawa tower, una torre sulla cima di una montagna dotata di scale a chiocciola esterne che permette di avere una visione a 360 gradi del paesaggio circostante.
Ambuluwawa si trova di per sè già in alto e non nego che il nostro tuktuk se la vede brutta in quelle salite folli, tanto che ci tocca mollarlo a metà strada per affidarci alle nostre zampette che, anche loro con estrema fatica, ci portano alla base della torre. Inizialmente non ci è chiaro perchè la guida lo sconsigliasse TASSATIVAMENTE a chi soffre di vertigini, anche perchè per un primo tratto si sale tramite scale interne, poi si arriva alla scala esterna, una scala a chiocciola, abbastanza larga e con delle "piazzettine di sosta" per chiunque voglia fermarsi un attimo a fare foto o cose.
La scaletta diventa poi progressivamente più stretta e il corrimano più basso (una correlazione poco sensata direte voi) fino ad arrivare ad un punto in cui due persone normopeso, una che sale e una che scende, fanno fatica a passare contemporaneamente, tant'è che vi sono dei piccoli cunicoli che permettono di entrare all'interno della torre per dare il tempo a chi scende di farlo senza scontrarsi con chi sale.
Eccomi qui, all'ultimo giro, aggrappata come un gatto alle manigliette lungo la salita, con un sorriso che nasconde il TERRORE di incontrare una persona poco più che normopeso che intende scendere. Mi sento di concordare con la guida e SCONSIGLIARE TASSATIVAMENTE l'esperienza a chi soffre di vertigini.
Panorama magnifico, e su questo vi invito a credermi sulla parola: non ho foto a testimonianza di ciò, la mia manina spaventata e sudaticcia non ce la fa a scattare foto.
Costo per entrare: circa 5€.
ADAM'S PEAK
Dopo questa adrenalinica avventura torniamo dal nostro amico a 3 ruote e ci continuiamo "discesa" verso Nallthanniya (una discesa verso sud ma anche una salita dal punto di vista dell'altitudine, scegliete voi come vederla).
Alloggiamo all'Adams Peak Grand, location perfetta per scalare l'Adams Peak perchè si trova a 5 minuti dall'ingresso del sentiero. Fa freddino, si sente che siamo in alto e una felpina la sera è molto piacevole. L'escursione che ci accingiamo a fare è sicuramente più di un trekking per i locali, ha una connotazione sacra: si ritiene che sulla cima vi sia l'impronta della figura religiosa che più si preferisce (il nome Sri Pada vuol dire proprio "piede sacro"). Quindi, sei buddista? è l'impronta di Buddha, sei induista? è l'impronta di Shiva, sei cristiano/musulmano? è l'impronta di Adamo. Indubbiamente MOLTO INCLUSIVO.
Ma come funzia questo trekking? ci si sveglia alle 2 del mattino dopo una bella nanna di 3 ore e si parte freschi come delle rose. Sono 5500 scalini, un toccasana per le vostre ginocchia!
Lungo quasi tutto il percorso ci sono bancarelle che vendono acqua e cibo, cosa che trovo veramente super top e permette di partire abbastanza leggeri. Il sentiero è molto trafficato e particolamente "vario" nella sua sauna: ci sono atleti, donne, bambini, vecchiette, persone scalze, senza una gamba, lente o velocissime, srilankesi, indiani, occidentali, ognuno col proprio passo.
L'inizio è soft, i primi scalini sono bassi in altezza e molto "lunghi" in profondità, attorno è buio e non si capisce benissimo l'effettiva ripidità del tutto, si vede un puntino illuminato in alto (che è il nostro punto d'arrivo) ma che poi non sembra così tanto in alto quindi dici vabbè che sarà mai, sei carico e motivato.
Si continua così per un bel po', diciamo per un quarto del percorso, poi progressivamente gli scalini si fanno più stretti e alti, aumentando di ripidità, iniziano a vedersi più persone (i locals che affrontano il percorso frequantemente lo fanno molto lentamente e partono alle 8 di sera per essere lì all'alba), si inizia a sudare nonostante la temperatura molto piacevole, ma ancora si tiene botta, il puntino in alto sembra ancora lontano ma essendo buio si è confusi e non si capisce.
Entriamo nel 3° quarto del percorso: iniziamo a essere stanchi, soprattutto io, che sono piccola e debole e ogni volta mi pento. Gli scalini ora sono MOLTO ripidi, un po' dissestati, si crea qualche ingorghetto nei punti più critici, mi meraviglio di come questi bambini di 3 anni possano essere arrivati fin qui, così come l'uomo zoppo e la vecchietta che avrà 134 anni.
Ultimo quarto: maledico me stessa, l'Adam's Peak, tutti i forum di viaggio che l'hanno descritta come un'ESPERIENZA IMPERDIBILE e il mio corpo da donna che a quanto pare biologicamente è programmato per dimenticare le esperienze fisiche negative. Gli scalini sono alti quanto la mia gamba, mi appendo alla ringhiera come un naufrago ad un salvagente (io REGINA del melodramma), la mia unica spinta sono le altre vecchiette di 146 anni che incontriamo sulla strada e che sembrano non accusarla così tanto. Siamo vicini.
Ultimi gradini, mano sul fianco e voglia di piangere.
Eccola: dopo 5500 scalini, la vetta! C'è un vento gelido che in combo col sudore di cui sono madidamente rivestita crea una situazione umida, fredda e fastidiosa. In cima vi è una sorta di tempio con la famosa impronta e una campana, con cui i pellegrini celebrano il loro arrivo: ci togliamo le scarpine e suoniamo anche noi la campana, siamo euforici.
C'è abbastanza più freddo del previsto e tante persone devastate come noi buttate per terra ad attendere l'alba.
C'è stanchezza insomma...
Ma poi ecco i primi raggi di luce, il cielo si colora, la gente si ripiglia e insieme, meravigliati come si può essere solo davanti agli spettacoli della natura, guardiamo il cielo in religioso silenzio.
Un'alba magica, tanto da non farci sentire più freddo e il vento gelido.
Mi piacerebbe dire che la nostra avventura finisca così, in modo poetico, in mezzo ad una folla a guardare il tramonto come cucciolotti E INVECE ora c'è la parte "peggiore": una discesa che NON ha fine, che non risparmia ginocchia e quadricipiti.
Lei ancora non lo sa, ma dopo questa discesa non riuscirà a scendere le scale per una settimana.
Qui in un momento di follia decido di scendere scalza, avendo paura che sfregando potessi perdere le unghie dei piedi: un chiaro delirio da fatica e privazione del sonno.
Torniamo al nostro fantastico alloggio verso le 7-8 del mattino, potendoci concedere ancora 2 ore di nanna che definirei VITALI.
NUWARA ELIYA
Prossima tappa: una cittadina che chiamano la "piccola inghilterra" per via della sua architettura particolarmente british, i caffè in stile coloniale e i the delle 5!
Siamo a 1800 metri sul livello del mare, che si sentono tutti, perchè fa un bel freschetto, qui il clima cingalese che troviamo nel resto dello Sri Lanka lascia spazio a pioggia e temperature molto più basse. Si possono fare alcune esperienze carine, come la visita alle piantagioni di the e la raccolta delle sue foglie, qualche trekking, la visita alle cascate, ma la verità è che noi siamo troppo fantadevastati per qualsiasi attività richieda un impegno fisico di qualsiasi natura. Ci limitiamo a fare una passeggiata in centro, visitare i Victoria Garden's e sorseggiare un the bollente (che più kilometro 0 di così proprio non si può).
L'altro motivo per cui facciamo tappa qui è prendere il famoso treno che da Kandy porta a Ella (ma che noi prenderemo da Nanu Oya) e che è diventato il simbolo dello Sri Lanka.
Quindi dopo una notte al fresco di Nuwara Eliya voliamo col nostro bolide verso Nanu Oya, dove un addetto di tuktuk rental ci aspetta per portare il possente mezzo a Ella in modo da farci prendere il treno (questo è un bellissimo servizio dell'agenzia).
Il treno, se volete essere in 1° o 2° classe va prenotato con un mese di anticipo, proprio quando escono i biglietti sul sito (questo è il sito ufficiale). La seconda classe dovrebbe essere la migliore per la "classica experience" di questo treno e vi permetterà di fare la foto di rito che vedete qui a sinistra (si può fare INDUBBIAMENTE di meglio). Si dice che il lato migliore, con la visuale più bella, sia quello destro in direzione Ella.
Costo biglietto del treno: circa 10€.
Abbiamo incontrato altri turisti che se la sono tentata senza prenotare il biglietto ma sono finiti in 3° classe, in piedi per un po' di tempo, quindi ecco, se avete un programma di viaggia abbastanza delineato ci sta prenotare in anticipo
ELLA
Arriviamo a Ella e riprendiamo possesso del nostro tuktuk. Ella è una cittadina molto viva e molto adattata ai turisti che qui sono tantissimi. Piena di ristorantini e negozietti ha un'offerta culinaria un po' più occidentalee abbastanza più cara rispetto ai posti che abbiamo visitato fin qui.
Alloggiamo un po' fuori dal centro, in un bnb che senza troppa fantasia si chiama 9 Arch View Rest Inn e che dà direttamente sul ponte a 9 archi - anche questo un po' simbolo turistico dello Sri Lanka.
Come tutti i bnb in cui siamo stati anche questo pulitissimo, con proprietari estremamente accoglienti e in questo caso anche una vista meravigliosa.
Anche qui paghiamo un 15€ a notte CON colazione inclusa, assolutamente meritati! C'è anche una stradina che da qui scende verso il ponte che è simpatico da visitare. L'unico lato negativo di questa struttura è che si trova un po' fuori mano rispetto al centro e potrebbe risultare un po' isolato la sera, quindi non lo consiglierei se non avete un mezzo.
Ella offre moltissime possibilità: trekking, cascate, cosa che il nostro fisico ANCORA NON SI SENTE DI FARE POST ADAM'S PEAK, quindi anche qui, passeggiatine e theini
VOTO GENERALE: 8 e mezzo
🟢 PAESAGGIO: 9
🟢 ECONOMICO: 8
🟢 SICUREZZA E ACCOGLIENZA: 9
🟢 *FUTTIBECCITÀ : 2 (nessun tentativo di truffa/fregatura)
*futtibeccità: il futtibecciu è un meraviglioso termine coniato dal geniale popolo sassarese (Sassari caput mundi è la mia città di origine) e letteralmente indica una persona che fregherebbe anche un vecchietto, un infame insomma. Questo KPI di ultima generazione fornisce un’analisi approfondita dei tentativi da parte dei locali di ingannare un forestiero.