Forse la zona che più ci conquista, incantevole con le sue casette coloniali color pastello, i bambini che si rincorrono tra le viuzze acciottolate, la musica come sottofondo costante della vita della città.
A parte il centro di Trinidad, che è spettacolare, la città è circondata da una natura rigogliosa che implora di essere esplorata.
Passiamo lì 3 giorni, il primo alla scoperta del centro: facciamo i giri per i mercatini, beviamo la canchanchara (un cocktail composto da rum, miele, acqua e succo di lime), facciamo amicizia con le vecchiette sedute fuori dalle loro case, ammiriamo lo stile coloniale che permea la città.
La sera è bello andare alla Casa della Musica, per ascoltare autentica musica dal vivo e vedere i locali che ballano sinuosamente la salsa. Entrata 0,50€.
Durante i nostri giretti abbiamo il piacere di conoscere Berta, una simpatica signora di 84 anni, che ci racconta tanto della sua vita, del susseguirsi degli eventi a Cuba e di come questi abbiano influenzato la sua esistenza. Berta è arrabbiata col Governo, non ha di chè mangiare, non può fare il regalo di Natale alle due nipotine, non ha il sapone per lavarsi, anche prima era povera ma non così! Prima non mancava mai la comida.
Il giorno dopo questo incontro, torniamo da lei con due magliette e due confezioni di sapone, purtroppo sono cose nostre e usate, ma è tutto ciò che possiamo darle, perchè qui non ci sono negozi e non si può prelevare. Ci fa entrare nella sua grande casa ereditata dal padre. è una casa enorme ma vuota, perché non ha i soldi per arredarla, ci fa sedere sulle sedie “buone” che tira fuori da un’altra stanza, guarda commossa ciò che le abbiamo portato come se fosse oro e sembra di essere in una situazione surreale, veniamo schiaffeggiati dal nostro privilegio di essere nati dalla parte giusta del mondo, di avere un lavoro e abbastanza soldi per viaggiare, mentre Berta si scusa con noi per non poterci offrire nulla in quella enorme casa senza mobili. Ha passato la vita a Trinidad lavorando per il governo, cuciva guanti da lavoro, e ora la sua pensione non le basta per arrivare a fine mese.
Si augura che le cose cambino, almeno per le sue nipotine, oppure forse espatriare sarà l'unica soluzione.
Grazie per averci raccontato la tua storia Berta.
Il secondo giorno decidiamo di andare a Playa Ancon, la più grande tra le spiagge del sud dell’isola, e per quanto non troppo pubblicizzata, la troviamo meravigliosa! Certo non sarà fighetta come i cayos del nord o Varadero, ma sono 4 km di spiaggia bianca semi deserta, con piccoli chioschetti che servono aragosta e altre prelibatezze cubane e che offrono lettino e ombrellone.
Costo lettino 0,50€, ma gratis se si consuma presso il chioschetto.
Ci si arriva molto facilmente con una guagua (autobus) a 5€ andata e ritorno.
Il terzo e ultimo giorno a Trinidad lo dedichiamo a una gita a Cayo Iguana, che come dice il nome è un’isoletta, a circa due ore di navigazione dalla costa, piena di iguane e simpatiche nutrie. Questa corrisponde perfettamente all’immaginario dell'isola caraibica, magari sperduta nell’oceano, con palme da cocco, sabbia BIANCHISSIMA, acqua cristallina. Qui vive un guardiano che alterna 15 giorni nel cayo e 15 a Trinidad, ma credo che il poverino soffra molto la solitudine… ci mostra una nutria a cui sta dando la mangiare, affermando che il suo nome è “Jutia Maria” ed è la sua migliore amica… Ogni sera gli lasciano qualche bottiglia di rum, come consolazione. Vicino all’isoletta si può fare un po’ di snorkeling, i coralli sono molto particolari e l’acqua chiara con grande visibilità.
La gita avviene in catamarano, molto nuovo tra l’altro, e costa 55€ ed è possibile pagare con carta di credito, viene organizzata da tutti i tour operator presenti a Trinidad (tutti appartenenti al Gobierno OVVIAMENTE), molto consigliata!
La quota comprende un all you can drink di bevande, il pranzo sull'isoletta, l'immersione.
In alto a sinistra: La Jutia Maria, bff del guardiano
In alto destra: uno scorcio dell'isoletta
In basso a sinistra: un tipico abitante del cayo
L’ultima sera abbiamo la fortuna di assistere alla Fiesta de Trinidad, dove tutta la ciudad si mobilita, esce, canta, suona, balla, insomma FA COSE! Ed è incredibile come tutti, ma PROPRIO TUTTI, donne, uomini, bambini, anziani siano dei FANTABALLERINI, e muovono i loro fianchetti come tante piccole Shakira. Ci sono 4 diversi concertini con musica dal vivo e delle casse grandi quanto un armadio a 2 ante fanno risuonare il ritmo latino per le strade di Trinidad; ai lati delle vie si cucina maialetto allo spiedo e bocadillos de hamon (il prosciutto cubano è una delle cose peggiori che io abbia mai mangiato).
Qualche scorcio di Trinidad
Costo della casa particulare con vista tetti: 15€ a notte.
VOTO GENERALE: 9
🟢 PAESAGGIO: 9
🟢 ECONOMICO: 8
🟢 SICUREZZA E ACCOGLIENZA: 8
🟡 *FUTTIBECCITÀ : 6 (pochi tentativi di fregatura)
*futtibeccità: il futtibecciu è un meraviglioso termine coniato dal geniale popolo sassarese (Sassari caput mundi è la mia città di origine) e letteralmente indica una persona che fregherebbe anche un vecchietto, un infame insomma. Questo KPI di ultima generazione fornisce un’analisi approfondita dei tentativi da parte dei locali di ingannare un forestiero.