Arriviamo a Luderitz insieme ad un enorme banco di nebbia e ci dirigiamo subito presso il nostro alloggio per questa notte. Il campeggio si chiama Shark Island, è situato su una piccola penisoletta artificiale che si immerge direttamente nell'Oceano Atlantico e devo dire che la nebbia non aiuta a renderlo meno tetro. Questo è uno degli alloggi che fanno parte dell'NWR (Namibia Wildlife Resort), ovvero dei siti che in genere si trovano all'interno di parchi naturali e che sono proprietà dello stato. Prenotare è molto facile, basta andare sul loro sito, inviare la richiesta e a turno un addetto diverso risponderà alla vostre richieste con celerità.
Ma torniamo a Shark Island: non è solo il banco di nebbia che ci accompagna a rendere questo posto tetro e inquietante, quanto quello che è successo in questo luogo più di un secolo fa! La panisola è stata trasformata, nei primi anni del 900, in uno dei tanti campi di concentramento in cui le popolazioni dei Nama e degli Herero sono state torturate e decimate, con una crudeltà senza paragoni. Sono stati somministrati dolorosi esperimenti ai prigionieri, tutti volti a provare la supremazia della razza ariana rispetto al popolo nero. Ci fa specie il fatto che non vi siano resti del campo di concentramento, o un qualcosa che commemori quanto avvenuto, con l'eccezione di un piccolo spazio, una sorta di piazzetta, con i nomi di chi ha perso la vita qui, il tutto molto discreto, quasi a non disturbare.
Al calare delle tenebre e all'infittirsi della nebbia il campeggio diventa silenzioso e ovattato, si ha quasi la sensazione di non poter vedere ma di poter essere visti; è un luogo che butta fuori l'angoscia che ha permeato quella terra più di un secolo prima. Tutto sommato come alloggio in sè non è male: servizi igienici di tutto rispetto, anche se un po' datati, belle piazzole dotate di corrente elettrica. Essenziale scegliere un punto che sia abbastanza riparato dal vento, che alcune sere può sferzare i suoi colpi contro la tenda, minando il vostro sonno.
La Luderitz versione mattina è una boccata d'aria fresca rispetto alla sua variante notturna e tetra, persino il campeggio si lascia baciare dal sole e ammiriamo la costa, qualche fochetta sonnecchiante e le casette colorate che si affacciano sulla riva. Di per sè non è una città piena di attrazioni turistiche ma vale la pena farsi un giretto fino alla chiesetta in cima alla collina e andare ad esplorare la costa a sud di Luderitz fino a Punta Diaz.
Il campeggio di SharkIsland in tutto il suo tetro splendore
La chiesetta di Luderitz versione giorno
Una visita più che meritata è invece quella che riserviamo a Kolmanskop, una cittadina fantasma dove, intorno al 1908, si stabilirono numerosi minatori tedeschi, insieme alla loro famiglie, per l'estrazione dei diamanti e in seguito abbandonata durante gli anni '50. Le ottime condizioni degli edifici e la loro vicinanza con il deserto del Namib lo rendono un posto particolarissimo! Le case, la scuola, il teatro, il bowling, tutto è stato innondato dalla sabbia del deserto.
L'ingresso costa circa 8€ a testa e potenzialmente si può stare dentro parecchie ore, dato che è un posto davvero affascinante! Consigliatissimo!
NB: Leggo che dal 1° Gennaio 2025 il campeggio di Shark Island chiuderà per via dei fatti consumatisi in questo luogo.
VOTO GENERALE: 7
🟢PAESAGGIO: 8
🟡ECONOMICO: 7
🟢SICUREZZA E ACCOGLIENZA: 8 (nonostante la percezione possa essere diversa)
🟡*FUTTIBECCITÀ : 5 (attenzione nelle "grandi" città)
*futtibeccità: il futtibecciu è un meraviglioso termine coniato dal geniale popolo sassarese (Sassari caput mundi è la mia città di origine) e letteralmente indica una persona che fregherebbe anche un vecchietto, un infame insomma. Questo KPI di ultima generazione fornisce un’analisi approfondita dei tentativi da parte dei locali di ingannare un forestiero.